E per fuffa va inteso tutto quell’universo mondo che va dall’aria fritta alla bufala fatta e finita.

Tra queste due ali estreme ci sta tutto e, se non si vuole perdersi e disperdersi, bisogna cercare di concentrare l’attenzione su un punto preciso.

Il mirino oggi lo centriamo sul lato “cartello tipo Medellin” della pubblicità tv.

Anche gli scimpanzè meno evoluti messi davanti allo schermo si avvedono che negli spot ogni auto circola in città deserte su strade spopolate, lisce come il velluto, prive di ingorghi e di noiosissimi e ingombranti pedoni. La sola cosa che non si nota è l’assenza di vigili, unica corrispondenza col reale. 

Anche gli anosmici si accorgono che tutte le pubblicità dei profumi sono pronunciate con voce roca e sensuale secondo l’uso virile o femminile che immancabilmente storpia con una cadenza anglosassone la frase obbligatoriamente francese. Lingua francese in bocca inglese, terribilmente snob.

In tv tutte le case, italiane e non in cui si usano detersivi assortiti sono una show room di mobilificio da lontano e un covo di germi visti in primissimo piano. Tacendo il fatto che la vita è un covo di germi e che la sterilità assoluta coincide con l’estinzione, resta vivo il dubbio che la realtà non coincida pressoché mai con quanto si vede in tv durante una pubblicità troppo spesso interrotta dai programmi in corso.

È possibile segnalare la pessima pubblicità? Certo.

Ma ecco una modesta proposta: segnalate il buono. Date spazio al ben fatto. D’accordo che la Buona Novella non la trovate più nemmeno sul giornalino della parrocchia ma bisogna pur mettere un freno alla tendenza per cui fa notizia solo la disgrazia, la catastrofe, il cataclisma, la strage, l’eccidio e l’ecatombe.

Così risparmiate la visita a quello psicanalista tanto bravo che vi raccomanda di pensare positivo. 

 

Elisabetta Galli