Grazie a EthicsGo nasce il primo modello di certificazione della comunicazione E.GO realizzato per la costruzione di un messaggio pubblicitario giuridicamente e scientificamente corretto

Passi avanti ne sono stati fatti, negli ultimi anni: la pubblicità – anche se non in tutti i casi – è meno spinta, più equilibrata.

Eppure più di sette consumatori su dieci sono convinti che i messaggi da cui siamo inondati quotidianamente – attraverso la tv, la radio, il web, la carta stampata, la cartellonistica stradale – non risultino etici, siano imperniati su dati farlocchi e raccontino più menzogne che verità.

Nell’occhio del ciclone, a sentire i consumatori, settori di punta quali l’alimentazione e la cosmesi.

Ma è possibile invertire questa tendenza proponendo una comunicazione che sia efficace, creativa ed etica? COME RENDERE LA PUBBLICITÀ PIÙ ETICA – Se i consumatori rimangono perplessi, le aziende sono convinte che l’obiettivo della loro soddisfazione (e seduzione) sia alla portata.

È quanto si evince da una ricerca condotta da SWG per conto di EthicsGo, istituto indipendente chiamato a certificare ogni forma di comunicazione sulla base di analisi fornite da organismi indipendenti.

Protagonisti dell’indagine sono stati consumatori e uomini d’azienda, la cui visione è evidentemente differente.

Spinti da una conoscenza sempre più accurata da parte del proprio target, le imprese hanno nel tempo riconosciuto quanto sia importante comunicare in maniera trasparente verso i propri 

(potenziali) clienti.

L’eticità nella comunicazione è diventata negli ultimi anni un fattore di competitività per le aziende, che chiedono l’aiuto di un organismo nuovo, non legato a enti governativi o di autodisciplina, per realizzare una pubblicità etica e responsabile.

Come spiega Maurizio Pessato, presidente dell’Istituto di ricerca SWG, «al di là delle sanzioni e dei controlli da parte del Governo, circa un terzo del campione ritiene che la strada giusta potrebbe essere quella della certificazione e di un organismo realmente indipendente.

Una posizione condivisa da oltre la metà delle aziende intervistate».

LE LAMENTELE DEI CONSUMATORI – Dall’indagine emerge che «più di un consumatore su due si ritiene poco o per nulla tutelato rispetto ai messaggi pubblicitari».

In particolare le persone si sentono mediamente più ingannate dalla pubblicità di integratori, cosmetici, merendine e biscotti.

Le etichette dei prodotti sono la fonte ritenuta più affidabile (51% del campione) e rispettosa delle norme legali (53%), etica (44%) e che riporta informazioni basate su dati scientifici (40% del campione).

Tuttavia, anche per quanto riguarda le etichette, vi è minor fiducia verso le aziende straniere e verso le imprese di grandi dimensioni.

E sono ritenute meno affidabili le indicazioni che – oggi che i consumatori cercano di tenersi alla larga da quanti più ingredienti possibile – evidenziano l’assenza di determinati componenti: quali per esempio additivi, grassi, coloranti o zuccheri.

LA PROPOSTA DI ETHICSGO – Per avvicinare le esigenze della domanda e dell’offerta, EthicsGo ha messo a punto il primo modello di certificazione della comunicazione secondo criteri di trasparenza, veridicità, scientificità, legalità ed eticità.

Si chiama E.GO il modello realizzato per la costruzione di un messaggio pubblicitario 

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